8 Aprile,Montignoso è libera dal nazifascismo.


Nel voler celebrare il giorno della liberazione del nostro comune, vi proponiamo questa riflessione,

Le radici della nostra Costituzione affondano nella lotta di Liberazione e nella resistenza al nazifascismo.

Una Liberazione che fu conquistata dal popolo italiano, oppresso, stremato, invaso, che seppe e volle reagire. E furono i partigiani e le partigiane,assieme alle comunità che reagirono: una grande mobilitazione popolare che consentì al nostro paese di liberarsi dal giogo nazifascista

Troppo spesso stiamo assistendo a palesi violazioni dei dettami costituzionali, dimenticandoci che la costituzione è l’ossatura della nostra democrazia. La nostra costituzione è figlia della lotta partigiana e antifascista, voluta, parola per parola, pesata in modo che ogni aspetto della vita umana e della vita collettiva fosse definito e garantito per tutti.

Come l’articolo 3 che rappresenta il superamento del fascismo e delle leggi fasciste, che hanno tragicamente segnato la nostra storia. L’art. 3 raccoglie l’essenza dei diritti, proprio perché in passato quei diritti sono stati ragione di discriminazione.  In una società democratica la diversità non è solo un dato di fatto, ma è necessaria, senza la quale la democrazia si trasformerebbe (come è avvenuto in passato) in un regime. la nostra costituzione ripudia ogni forma di violenza, di ingiustizia e di guerra.

Ancora una volta purtroppo ci troviamo a confrontarci con il vile attacco ad una nazione sovrana. Questa guerra, quella della Russia verso l’ucraina, come tutte le guerre e le sopraffazioni che hanno caratterizzato la storia umana è profondamente ingiusta, è lo scontro tra potenze, è la fine di una convivenza sociale. E in guerra muore e soffre sempre la povera gente. E come diceva Gino Strada ““La guerra che genera guerra, un terrorismo contro l’altro, tanto a pagare saranno poi civili inermi.” fortissima e assoluta deve essere la condanna verso Putin, che non ha trovato altra soluzione che non la guerra. La guerra non è una soluzione è l’inizio del male assoluto. Un baratro atroce dove c’è solo male e sofferenza per molti. Poi in guerra c’è anche chi si arricchisce, ma questa è un’altra storia. In ogni caso questo Paese, quello che scopre oggi dai social la guerra dopo 77 anni, dimenticando in modo ipocrita le guerre un po’ più amiche, dimenticando il Kosovo, dimenticando l’Iraq, l’Afghanistan, o la questione palestinese. E l’elenco continua, fatto di paesi, persone, uomini, donne e bambini morti, feriti, sfollati. Il nostro governo e il nostro Parlamento non avevano il diritto, in base alla costituzione, quella che dovrebbe tutelare i suoi cittadini, ad inviare armi. Le armi chiamano armi. Il parlamento a nostro avviso ha aggirato l’art. 11 della costituzione. La diplomazia deve trovare la strada per fermare questo sanguinosa invasione , i politici si devono impegnare sulla via della pace, non sparando, ma portando la ragione, la trattativa e il confronto.

Da antifascisti ci dobbiamo indignare e non accettare passivamente che aumentino le spese per gli armamenti, il 2% del PIL. Il nostro Paese, quello sognato dai partigiani, da quelli che hanno lottato per noi, dovrebbe impegnare risorse, non per le armi per fare le guerre, ma per costruire una comunità coesa, che vuole superare le disuguaglianze, le ingiustizie e la povertà. Dovrebbe investire in formazione, sanita’ e sostegno alle emarginazioni sociali ed economiche. E non in armi. Una nuova visione democratica che non vede armi, ma processi di pace. E sempre citando Gino Strada “Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra.”

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